Iniziare a cantare a 30 anni

Iniziare a cantare a 30 anni è possibile, ed è consigliato. È una questione di tecnica ed impegno.

Plamena Angelova
(Direttrice della Scuola)

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Molti dei nostri studenti hanno più di 30 anni, e mai prima si erano avvicinati al canto lirico.

Per questo ho scritto un articolo per chi vuole iniziare a cantare a 50 anni ed oltre (clicca qui).

Il dubbio è sempre lo stesso:

Posso iniziare a cantare canto lirico a 30 anni?

La risposta è: senz’altro sì.

  1. Molti artisti internazionali hanno iniziato tardi.

Ruggero Raimondi ha iniziato la sua carriera operistica nel 1968, ma ha guadagnato fama internazionale nel corso degli anni successivi.

Joyce DiDonato, mezzosoprano americana, ha iniziato a ottenere riconoscimento internazionale dopo i 35 anni, consolidando la sua reputazione come una delle più grandi voci del suo repertorio.

Anna Pirozzi ha iniziato a studiare canto a 25 anni di età.

Non è mai troppo tardi per iniziare.

Ovviamente, è tutta questione di mentalità e metodo.

2. Come iniziare a cantare a 30 anni?

A 30 anni, godere di una maturazione vocale e personale solida è un vantaggio nel percorso dello studio del canto.

Tuttavia, possono sorgere difetti legati a abitudini fonatorie errate o coordinazioni muscolari sbagliate a livello respiratorio e articolatorio. Parliamo di ostacoli che possono ritardare il tuo progresso, ma non sono esclusivi di questa fascia d’età.

È abbastanza comune che un giovane tenore (oppure una giovane soprano) di vent’anni abbia grossi difetti nell’emissione vocale, conseguenza di una cattiva gestione del proprio respiro e del proprio corpo, in generale.

A trent’anni ci sono dunque gli stessi problemi che a venti, o quaranta.

La soluzione è composta da due percorsi da seguire insieme: mindset ed il giusto insegnante.

A questo punto ci sono due strade, che si dividono immediatamente tra quelli che intendono fare del canto la propria professione, e quelli che intendono farlo a livello hobbistico (pur con serietà).

Nel primo caso, l’investimento in termini di tempo (ed anche di denaro) è totalizzante: occorre non solo recuperare il tempo perso, ma riprogrammare tutte le proprie abitudini e condizioni fisiche e mentali, frutto dell’esperienza precedente.

È senz’altro vero che chi intende iniziare una carriera come cantante d’opera a trent’anni non ha solo una buona dose di coraggio ed intraprendenza, ma una base quantomeno musicale significativa: è improbabile vedere un aspirante tenore che prima dei trent’anni non sia mai andato ad ascoltare un’opera di Verdi o Rossini in un qualche teatro. Questa conoscenza e consapevolezza aiuterà molto l’artista.

Ciò detto, tutto parte innanzitutto dal mindset.

Dalla forma mentale che ti stimola al cambiamento radicale, e ti focalizza su di un nuovo obiettivo, per sua natura incerto.

Tra i limiti più grandi che ho visto negli studenti non giovanissimi abbiamo:

  • paura nel giudizio degli altri: discorso che vale sempre e comunque, per tutti (o quasi) in tutti gli ambiti professionali;
  • paura di non avere abbastanza denaro per pagarsi gli studi lirici;
  • disagio nel vedere i progressi di quelli più giovani, i successi di quelli più anziani, ed essere in mezzo senza così tanto tempo e così tanta “fama”.

È del tutto comprensibile, anzi: sarebbe strano che queste paure non esistessero.

È d’altro canto vero anche che:

  • le persone giudicano, sempre e comunque. E noi stessi giudichiamo gli altri. È perfettamente normale, quasi fisiologico, tranne quando diventa una patologia. E quando il giudizio verso gli altri diventa patologico? Quando è una giustificazione che ci diamo per evitare di metterci in gioco. Non ci sarebbe niente di male nel sentirsi un po’ male se le tue colleghe coetanee stanno avendo successo nei teatri di tutta Europa. Diventa problematico nel momento in cui questo compulsare continuamente i social per vedere che cosa fanno, dove sono, cosa cantano etc. diventa un motivo per abbandonarsi al nulla. Senza progetti, senza idee, senza voglia di fare. Una visione passiva del mondo è ingiustificabile, una sana competizione non è invece mai un problema;
  • la tecnologia ha reso il canto lirico più democratico. Questo vale per tutte le discipline, per tutte le materie. Nell’ambito professionale, ad esempio per avvocati e medici, questa è una possibilità che nasconde anche un problema: le persone ritengono di essere nel giusto, ma mancando della base teorica e dell’esperienza sul campo spesso e volentieri si danneggiano inconsapevolmente. Pensano di agire nel pieno diritto, e si trovano in causa a difendersi. Nell’ambito della musica è vero lo stesso, ma in modo più attenuato. L’insegnante di canto lirico è una figura necessaria ed imprescindibile, ma questo non significa che tu debba investire migliaia di euro in lezioni private. L’importante è impostare bene le basi. Per questo, nella nostra missione c’è quello di rendere disponibile un insegnante professionista per principianti ed aspiranti studenti di conservatorio ad un prezzo molto minore a quello di mercato, senza ridurre la qualità del servizio reso. Una volta costruite le basi, tra meeting online e lezioni su YouTube hai molto materiale per prendere in mano la tua carriera, secondo un tuo metodo;
  • occorre distinguere tra invidia e competizione. Vale quello che ho scritto sopra: la prima, ti demoralizza e ti toglie energia. La seconda, ti stimola a fare meglio.

Ma come stimolarsi a fare meglio?

Hai due strade: guardando gli altri, o guardando te stesso/a.

Nel primo caso, il punto di vista è esterno a te: di conseguenza, tu non sai come l’altro pensa o agisce, ma vedi solo il risultato finale. Questo ti può essere utile quando sai che cosa fare ma non lo fai per noia o pigrizia.

Nel secondo caso, tu sei il tuo stesso punto di vista: sai che cosa pensi, sai come agisci. Ma non avendo un elemento esterno, non hai “un te stesso migliore” perché.. tu sei tu, e la sfida è dentro di te.

Questo approccio ti può essere utile quando hai le idee poco chiare sul come arrivare al risultato che vuoi.

Vedi, spesso il problema principale per i miei studenti è quello di conoscere il proprio corpo e la propria mente. E capisco che questo possa sembrare molto new age e poco pratico, ma fa tutta la differenza del mondo.

A trent’anni, le situazioni della vita (ordinarie e straordinarie) hanno già iniziato a lasciare il segno dentro di te: probabilmente, sei più fermo/a nelle tue posizioni perché sai quello che vuoi e quello che non vuoi. Questo da un lato è ottimo, perché non solo ti tempra, ma ti permette di focalizzarti meglio sui tuoi veri obiettivi. Ma, dall’altra parte, ti irrigidisce anche a livello mentale: e questo può significare meno consapevolezza, meno ascolto del proprio corpo e dei propri pensieri.

Questo approccio è dunque per chi sente di non conoscersi ancora al 100% ma è consapevole di avere sufficienze forza (fisica e di volontà) per raggiungere il risultato sperato.


3. Non è solo mindset.

Tutto qui? No.

Perché devi necessariamente avere un insegnante vicino: qualcuno che abbia studiato esattamente la materia, e che conosca la base teorica. Ma che abbia avuto esperienza sufficiente per comprendere chi sei e che cosa stai pensando. Tutti noi, come studenti, rientriamo in una qualche categoria: l’occhio dell’insegnante è come quello del falco, comprende subito da come respiri che cosa non va, e che cosa va migliorato.

Accade a tutti, in tutte le professioni, ed in tutti gli ambiti in cui abbiamo messo impegno ed abbiamo visto molti casi diversi.

Non è diverso per il canto lirico.

Non è questo il luogo per discutere che cosa fa un insegnante quello giusto.

Questo articolo è per te, trentenne aspirante tenore, che vuoi dedicare risorse alla tua passione: il canto lirico.

Quello che mi sento di consigliarti, è di rendere questo sforzo qualcosa di misurabile. Il tuo obiettivo principale deve essere quello di iniziare un ciclo di successi, anche piccoli, anche apparentemente insignificanti, ma che sono fondamentali per instillare in te l’abitudine al successo.

Noi, come metodo, definiamo subito con lo studente i suoi obiettivi: che devono essere realizzabili, ed alcuni anche irrealizzabili. Ma non perché vogliamo rendere il nostro avvocato trentacinquenne la nuova star pronta al debutto alla Scala, no. Ma perché il successo si misura sia in qualcosa abbastanza difficile da essere impegnativo ma non impossibile, ma anche in qualcosa di impossibile. Il primo, è quello che ci motiva nel breve periodo, perché lo tocchi, lo senti, lo vedi a portata di mano. Il secondo perché, per sua natura, è (tendenzialmente) irrealizzabile: è il nostro modello ideale, il nostro concetto di perfezione, un metro di paragone che non è nefasto come i vari profili social di cantanti o aspiranti tali, che sono il più delle volte finti. È invece qualcosa che è la versione migliore di noi, quello che ci stimola ad apprezzare quello che di buono, giorno dopo giorno, stiamo costruendo: da soli, con il nostro insegnante, e con quelli che vorranno ascoltarci.

A presto.

Vuoi altri esercizi?

L’insegnante di canto è prima di tutto un/una cantante. E come professionista, ha esatta esperienza di che cosa vuol dire pianificare una routine per migliorare il canto per studenti di tutte le età, soprattutto per i trentenni come te.

Il segreto è nelle abitudini che una persona ha.

Nelle nostre lezioni ci focalizziamo su tutto quello che ti allontana dalla tua voce migliore: in particolare, mancanza di esercizi specializzati. Che tu abbia 30, 40, 99 anni.

Le lezioni partono da € 69,00 all’ora e sono tenute da insegnanti diplomati al Conservatorio ed in didattica.